Tra i calciatori coinvolti anche il portiere del San Severo, William Carotenuto

Uno dei vertici dell’associazione per delinquere dedita alle frodi sportive e alle truffe scoperta dalla magistratura di Catanzaro, Antonio Ciccarone, punta anche sulla vittoria del Brindisi in casa contro il San Severo, gara che effettivamente il 30 novembre del 2014 finisce 2 a 1 per il Brindisi. È quanto emerge da una intercettazione telefonica riportato nel provvedimento di fermo della Dda di Catanzaro eseguita nei confronti di 50 persone in tutta Italia. “L’Andria c’è?” chiede Ciccarone a un responsabile di un centro scommesse.

E sempre Ciccarone dice: “Si over 3,5”, questa la puntata. Poi ancora chiede: “L’hai messo? Poi giochi Brindisi 1”. E si parla appunto di Brindisi-San Severo. Nelle intercettazioni precedenti a questa sono documentati contatti tra Ciccarone e il portiere del San Severo, William Carotenuto, che è indagato a piede libero: i due decidono di incontrarsi di persona, secondo l’accusa, per combinare la partita.

Il giocatore, in una intercettazione, chiede che intenzioni hanno i brindisini: “Ma di là che testa ha più o meno?”, dice. Il tutto in vista di un incontro con Savino Daleno, che all’epoca, nel 2014, rivestiva ruolo di consulente di mercato del Brindisi e che si era sentito telefonicamente con il presidente del Brindisi Antonio Flora. Stando all’impostazione della Dda di Catanzaro vi sarebbe stata “palese responsabilità” sportiva del portiere Carotenuto “sia sul primo sia sul secondo gol dei padroni di casa”.

carotenuto williamWilliam Carotenuto, portiere del San Severo, è finito sotto l’occhio del ciclone per quel derby pugliese del novembre scorso. L’estremo difensore brianzolo appare incerto sul primo gol del Brindisi e poco più tardi procura il rigore del raddoppio per i padroni di casa.

Ma il portiere del San Severo è solo un pezzo del puzzle. L’operazione messa a segno dalla Polizia di Stato ha preso avvio all’alba di oggi dopo gli ordini emessi dai magistrati della Dda, la Direzione distrettuale antimafia, presso la procura di Catanzaro, che riguardano, tra gli altri, anche presidenti, dirigenti di club e calciatori: in tutto 50 i fermi predisposti mentre quasi 80 risultano essere le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che trae origine da una cosca calabrese legata alla ‘ndrangheta. 

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