Il Casali Dauni di Casalvecchio di Puglia del presidente Orazio Tosches entra nella storia: vince i play-off del campionato di Seconda categoria molisana e approda in Prima. Una gioia immensa, profonda, talmente intensa che, a sceglier gli aggettivi per descriverla, quasi si fa peccato a non decidere di scrivere tutti quelli che vengono in mente.
Una stagione da dieci e lode per i ragazzi del tecnico Francesco D’Ettorres: un piccolo grande capolavoro che s’inserisce, a pieno titolo, nelle pagine del dilettantismo di casa nostra. Con l’emozione sul volto di chi sa di aver raggiunto un risultato storico, il tecnico analizza così il successo nel campionato di Seconda: “Dedichiamo la vittoria ai nostri tifosi e ai nostri dirigenti – dice D’Ettorres a nome di tutta la squadra -, dopo tanti anni se lo meritano. Sono felicissimo per loro dopo i tanti sacrifici fatti in questi ultimi anni”. Per lui, sono lacrime di felicità. Gaudio puro e semplice, spontaneo, esplosione irrefrenabile di tutte le pulsioni represse sino ad ora, un po’ per prudenza, un po’ per buonsenso, un po’ per scaramanzia, per parlare sono a giochi fatti.
Il suo Casali Dauni ce l’ha fatta, quasi a fari spenti, s’è scoperto formidabile maratoneta. Instancabile, infaticabile, capace di reggere l’urto e le pressioni fino alla fine. Senza mai cedere, questo va detto: i numeri parlano chiaro. Mastroianni, Caccaglione, Pozzuto, Piccirillo e Simone hanno avuto la forza, l’energia, l’entusiasmo, le idee, il buonsenso e la gamba per reggere il confronto con chi, da dietro, le provava tutte per mettere i bastoni tra le ruote. Merito di tutti: del tecnico, mentore e demiurgo di un complesso che s’è scoperto grande, della società, dei ragazzi, interpreti di un credo che s’è rivelato realista, ottimista e vincente.
Sangiuliano, Albini, Palumbo, Vittozzi, Celeste e Petitti non hanno mai mollato. L’intero gruppo ha sopperito alle mancanze di alcuni elementi che si sono persi per infortunio. Dopo una grande corsa Matarese, Del Buono e soci la categoria superiore la meritano tutta.
Antonio Villani (La Gazzetta del Mezzogiorno)