Il calcio non ripaga mai. Nicola Di Lullo, per il sottoscritto, era un allenatore che meritava grandi palcoscenici, ma la sua umiltà lo ha portato ad essere protagonista solo nella sua terra, nel suo territorio. Di Lullo ha allenato almeno una dozzina di squadra ed in ogni paese (che sia stato Ischitella, Vico, Peschici, San Nicando, Lesina, San Marco, San Severo, Torremaggiore ecc ecc e e nella sua stessa Apricena) ha decisamente lasciato il segno. Una sorte di “allenatore del popolo” osannato ovunque abbia allenato. Un allenatore che può vantare più di mille panchine ufficiali e un numero record per quello che riguarda i dilettanti. Nonostante sia rimasto ai margini delle grandi piazze, e delle conseguenti vittorie, dove è passato ha lasciato il segno. Semplice, anche nelle alchimie tattiche e amato dai suoi tifosi quasi a prescindere dai risultati, per via di quella sua veracità che conquista ed inganna allo stesso tempo. Un mister concreto, per come metteva la squadra in campo e per come riesciva a gestire il gruppo di calciatori a disposizione. Un contadino della panchina, un allevatore di uomini più che di calciatori.

Antonio Villani (La Gazzetta del Mezzogiorno)