E’ la storia di Francesco Leuci, estremo del Manfedonia (Eccellenza pugliese). Portiere o attaccante? Entrambi. Leuci domenica scorsa nel derby con il San Severo è stato un “numero uno” anomalo. Ha parato e fatto gol. Al 95′ di testa ha colpito il collega avversario. Leuci è il figlio del vento. In porta, per come guizza, per come vola da un palo all’altro con disarmante leggiadria, sembra sospinto dal soffio divino di Eolo. Leuci è uno degli estremi più reattivi dell’intero calcio dilettantistico foggiano. Perché il numero uno non lo porta per caso. Lo sanno i compagni che hanno la fortuna di averlo tra i pali, per cui è un baluardo più che affidabile.
Lo sanno gli avversari, che per trafiggerlo sudano molto di più delle proverbiali sette camicie. Leuci è un uomo volante prestato al calcio, unico nella sua specie. E nei suoi occhi, di questi tempi, riluce la gioia mai banale di chi ha vinto, ancora una volta, l’ennesima scommessa con se stesso. Un fisico da granatiere, l’animo limpido, pacato, senza fronzoli, la voglia di garantirsi un futuro da protagonista col suo Manfredonia. Leuci ha trovato un ambiente stimolante e sarebbe per lui non andrebbe mai via. “Molto bello, si è creato un gruppo unito, tutti ci aiutiamo e diamo il massimo sia in allenamento che nelle partite. C’è lo spirito giusto”.
Antonio Villani
foto: Lucia Melcarne