Aveva lasciato il calcio dopo 20 anni di seguito sui campi della Piglia per darsi al Podismo, poi gli amici hanno convinto Domenico Scimenes a rientare e divertirsi con loro. Ed allora la Gioventù Calcio San Severo, del presidente Marco Casano e del suo vice Felice Esposto, in Seconda categoria si ritrova con un calciatore di esperienza che potrebbe ancora oggi fare bene in Eccellenza. “Rientro in punta di piedi – dice subito il forte difensore -. Ci ho pensato per tanto tempo e alla fine ho deciso di riprendere perchè il fisico regge e, ripeto, la voglia di tornare a giocare è molta. Alla fine ho deciso: torno in campo. Vedremo come andrà a finire, intanto io mi metto a disposizione: dovessi servire a mister Giovanni Ferrara, mi farò trovare pronto.”.
Inutile, ci sono scintille che non smettono di ardere. Ti sfiorano e ti restano dentro. Sono attimi, istanti, percezioni, piccoli ricordi che di tanto in tanto tornano a fare capolino. Perchè il calcio è un’epica delle sensazioni: c’è l’odore dello spogliatoio e la sacralità del pregara, le scaramanzie e le sensazioni che si rincorrono durante una partita, gli incroci di sguardi e il misticismo di certa gestualità, di certe usanze, di certe massime pedatorie. Un viaggio continuo, condito dal profumo del campo, dell’erba o della terra battuta, unico nel suo genere. Chi gioca l’ha ben presente: è il primo compagno d’avventura, e anche il più fedele. “Quando si smette lo stacco si sente – rilancia Domenico Scimenes -. La tranquillità ritrovata sorride al ritmo di una vita diversa, di un futuro da scoprire senza il pallone. A volte però, la mente corre all’indietro. “Quelle sensazioni – sottolinea Scimenes – che per anni ci hanno fatto vibrare dall’emozione. Smettere non è mai facile. Avevo appeso le scarpette al chiodo, ora le ho riprese e sono felice”. Contento più che mai la società ed il tecnico Ferrara che lo ha già avuto alle sue dipendenze in diverse squadre. “Torno a giocare – sorride Scimenes -. Ora il mio unico pensiero è quello di ricominciare ad allenarmi, a vivere lo spogliatoio. Il calcio giocato mi mancava troppo: provo a rientrare nel giro e riabbracciare vecchi avversari che incontrerò sui campi della Regione”