Il collega De Marinis racconta il brutto finale di Corato-Uc Bisceglie. “Ho provato una vergogna immensa”.

Francesco De Marinis segue con tanta passione il calcio del barese. Ieri era a seguire Corato-Bisceglie, gara valida per il play-off di promozione. Ecco il suo racconto sulla pagina Facebook, lo riportiamo affinchè questi brutti episodi non succedano più.

“Sarò schietto e sincero – scrive Francesco sulla sua pagina Facebook, probabilmente ancora scosso di quanto ha visto -.  Per quello che ho guardato dopo il 2 a 0 dell’Unione Bisceglie, non meritiamo neanche la terza categoria. Probabilmente neanche i tornei parrocchiali. Tanta gente si è sbattuta per due settimane per creare quello che avete visto oggi. 2.000 persone con tante donne e bambini. Le famiglie sono tornate a popolare lo stadio”.

Il collega, scrive ancora.

“A Corato non ho mai visto nulla del genere. Quella bomba carta, quell’invasione, quel clima di terrore con il guardalinee stordito e l’arbitro che fischia anzitempo la fine dell’incontro hanno azzerato i tanti sforzi fatti da tutti. Allora o facciamo capire a chiare lettere che certi decerebrati devono rimanere fuori dal Comunale o è giusto dormicchiare in Promozione, senza ambizioni, con solo qualche appassionato a vedere le partite. Fuori! Come gli emarginati, perché così queste persone devono essere considerate rispetto al mondo dello sport. Approfitto di queste righe  – scrive ancora De Marinis – per ringraziare chi ha firmato questa impresa. Perché impresa rimane. Un’impresa enorme e difficilmente ripetibile. Dalla parte sana del tifo che m’ha fatto venire la pelle d’oca, a Mimmo Leonino che ha confezionato una squadra bella da vedere con grandissima umiltà. Lo staff, la società che da qui deve partire con maggior organizzazione. Il gruppo – rimarca ancora il collega barese – . Ormai amici oltre che atleti. I grandi protagonisti di questa storia. Potrei scrivere all’infinito ma mi fermo qui. Stop alle lacrime, dobbiamo rialzarci costruendo da quello che questi mesi ci hanno insegnato” conclude De Marinis

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