Retrocesso, nell’ultima categoria nazionale. Il Lucera lascia il campionato regionale di Seconda e sprofonda in quello provinciale di Terza categoria. Una grande umiliazione, dal punto di vista calcistico, per tifosi e simpatizzanti. Il cerino in mano c’era da mesi, in realtà. Impossibile risollevare una situazione già compromessa a matà marzo. Nemmeno il cambio di uomini e moduli ha permesso al Lucera di ritrovare fiato in un campionato maledetto. Forse doveva andare così, forse no. Non è ancora il tempo dei calcoli e delle somme. Però fa male: il ritorno in Terza purtroppo è ufficiale.
Stagione storta, malcapitata. Nata così così e finita peggio, tra scoppole e infortuni. Mai a ranghi completi, il Lucera, ritrovatosi a lottare spesso senza i suoi uomini migliori o, ben che vada, a mezzo servizio, non è riuscito a reggere il passo della categoria. Cause e motivazioni le troveranno gli addetti. Insomma, quella che si è chiusa è una delle stagioni più umilianti per il calcio lucerino, con un verdetto, il peggiore, che conferma quanto sia ormai difficile, da queste parti, nonostante l’impegno, riuscire ad organizzare la rinascita di un movimento che in passato ha trovato sempre il modo di affermarsi, anche oltre l’ambito regionale.
Incredibile ma vero: nessun tifoso ad inizio campionato si sarebbe aspettato un risultato del genere. Amareggiato il capitano Fabrizio Giordano: “Quando si perde o si retrocede la colpa non può essere data a qualcuno in particolare. Sicuramente, senza alcun alibi, la colpa è da dividere tutti insieme, dividendosi ed addossandosi le responsabilità e le colpe in egual modo. La scorsa stagione e quella attuale sono state diverse ma hanno portato allo stesso risultato finale – dice Giordano -. L’anno scorso era una squadra con età media più alta, quest’anno molto più giovane. L’andamento dell’annata è stato più o meno simile, con il girone di andata benissimo e quello di ritorno a calare pian piano. La differenza notevole è sicuramente nel fatto che l’anno scorso c’è stato molto più attaccamento alla maglia da parte dei ragazzi. Quest’anno siamo partiti in 30 e abbiamo terminato nell’ultima gara con 15 persone – racconta Giordano -. Questa è forse la cosa che mi ha fatto stare più male. Eravamo in pochi davvero a credere nel valore della maglia della squadra della propria città”.
C’è la Terza categoria. “Io personalmente non bado alla categoria ma più alla serietà di un progetto di squadra. Giocare a Lucera nella squadra della mia città è per me una priorità rispetto a tutte le altre piazze, perché sono cresciuto con questi colori che ti rimangono per sempre nel cuore.” conclude il capitano del Lucera.