Scrivere di Marcello Ciofi mi appare impossibile, e poi farlo in poche righe per un uomo che ha dato tutto se stesso con qualsiasi maglia abbia indossato è come scalare l’Everest. Ciofi, nonostante il suo lavoro da metalmeccanico, ha sempre vissuto di calcio non tanto da punto di vista economico, ma quanto come una “questione di vita”. Per lui la squadra, il campo, lo spogliatoio è tutto. Ancora adesso con più di 50 primavere sulle spalle. Io l’ho visto giocare e più volte mi sono stropicciato gli occhi: Marcello in porta appariva ai miei occhi come quelle statue mastodontiche di antichi guerrieri greci: un’immortale. Ha vestito tante maglie, difficile elencarle tutte, ma in ognuna di esse ha dato tutto se stesso e in ogni luogo ha lasciato un grande ricordo. Le sue parate: le vedo e le rivedo e continuo a stropicciarmi gli occhi. Il naso imponente su un volto che ispirava simpatia. Marcello Ciofi ha vissuto una vita in volo fin quando ha giocato. Ed è rimasto lì, sospeso. Dentro i nostri pensieri di innamorati. Un’ immagine a mano aperta contro il disco del sole. Immobile nel cielo. Grazie Marcello!
Antonio Villani (La Gazzetta del Mezzogiorno)